Composizione

Nuvola Rossa

Crediti: Testo Vincent Cuvelier / Musica Jean-François Verdier
Pubblicato da: Edizioni Billaudot, Parigi
Una "storia musicale", un omaggio alla musica americana, per attore e piccola orchestra.
Per tutti gli spettatori a partire dai 10 anni

"Era fatta, avevamo conquistato l'America. Ci abbiamo messo tutto il tempo necessario, ma alla fine era fatta. I bufali erano morti. Il grande paese selvaggio era diventato un grande paese civilizzato e io, Jim Turrache, partecipavo alla nuova avventura del secolo: quella del grattacielo".
Nuage Rouge è stato il primo racconto musicale scelto per essere rappresentato nell'ambito della "Folles Journée" di Nantes (febbraio 2018).
Una magica storia di amicizia e razzismo, un omaggio al jazz e alla musica americana, sullo sfondo della costruzione dei grattacieli in America negli anni '20 e '30. Creato nel 2017 dall'Orchestre Victor Hugo/Scène Nationale de Besançon.

Un comico
Orchestra sul palco, 29 musicisti (più un flauto indiano nella versione originale): 2**011/ sax /0230 archi 3perc (mini 44332)
Disegni proiettati o dal vivo (opzionale)
Durata 45/50 min
A noleggio presso le Edizioni Billaudot

Alcune parole del compositore

"Jazz, ma non solo jazz: gospel, blues, New Orleans, negro spirituals, dixieland, lindy hop, poi swing... Musica di mescolanze, spazi di libertà. Poi il jazz è cresciuto, come New York e le Grandi Pianure, più a ovest. Fu usato come bandiera, come musica ufficiale, per sollevare il morale e prendere il posto della musica tradizionale. Lo zio Sam voleva reclamare e unificare il grande Paese, la musica era un'arma, gli indiani erano nelle riserve con i loro canti lontani. Poi arrivarono gli hamburger di Mac Couick, questa volta per unificare il mondo... Il jazz fuggì, non era fatto per questo... altre musiche obbligatorie presero il loro posto nelle televisioni e nei centri commerciali, lo spirito del jazz tornò nelle pianure, nei piccoli club, ritrovò le sue radici e tornò a essere musica di speranza, immaginazione, resistenza, irrealtà e libertà.

La musica cinematografica di Nuage Rouge, intrisa di una varietà di stili jazz, rende omaggio a questa libertà e all'enorme sorriso di Louis Armstrong quando cantava "What a wonderful world"...

Jean-François Verdier

Alcune parole dell'autore

"Quando ero adolescente ero affascinato, come molti adolescenti, dagli indiani d'America. Erano belli, liberi, e non bisognava pestar loro i piedi più di tanto, o addirittura per niente. Erano i perdenti della storia, ma che perdenti! È buffo, pensavo tra me e me, hanno perso le guerre contro i nuovi americani, i bianchi, ma hanno vinto la guerra delle menti, sono diventati un mito, un simbolo di libertà... per l'immaginario di oggi, un indiano non è ovviamente un alcolizzato bloccato in una riserva putrida, ma un guerriero feroce, che cavalca attraverso le pianure... questo ci dice Nuage Rouge: il momento della storia degli Stati Uniti in cui gli indiani hanno dovuto lasciare questo mondo che non era più fatto per loro, e il momento in cui sono entrati nella mitologia, nella mente collettiva.

Anche il personaggio di Jim, un lavoratore di colore, non è innocente: è come se i discendenti degli schiavi stessero facendo la transizione tra l'America degli indiani, quella prima della conquista, e l'America dei bianchi, quella dopo la conquista. Laddove gli indiani non riuscirono a trovare il loro posto nel nuovo mondo, i neri se lo costruirono da soli, attraverso il dolore e la lotta, fino a eleggere un presidente tra le loro fila. E a questa lotta hanno risposto con la musica, dal jazz al rap, al gospel, al rhythm 'n blues, al funk e alla disco.

Vincent Cuvelier

Torna a